Piccole azioni di buon senso

Una riflessione di qualche mese fa. Ma avevo voglia di condividerla.

Gennaio 2018
Il pensiero mi frulla in testa da qualche giorno, per l'esattezza da quando una buona parte delle grandi menti italiche che affollano i social, i giornali e forse anche le televisioni ( sono dispensata da quelli perché la tv non la vedo) hanno cominciato ad esprimere la loro opinione sulla lettera delle artiste francesi a proposito della libertà di " importunare" che va lasciata agli uomini in quanto parte fondamentale della libertà sessuale.
Ho fatto il conto di quante opinioni, il più delle volte cretine,  ho letto in quest'ultimo periodo ( lungo periodo, ormai da almeno un anno) sulle molestie sessuali, sui femminicidi, su Asia Argento, su chi se la cerca, sulle studentesse americane, sulla legge che reprime gli sguardi, su come funziona nel famigerato mondo islamico, sul #metoo, su...aaaaaaahhh... Un vomitare parole continuo, opinioni che sono pensieri in libertà, scritti di getto, senza alcun obiettivo se non quello di placare la personale ansia di dire, di presenziare. Opinioni che partono da una parola e costruiscono sulla critica a questa un pensiero che non centra l'obiettivo, anzi lo fa ulteriormente perdere.
Forse anche la mia opinione sarà dello stesso livello.
Io vorrei che nella lotta alle molestie e alle violenze sulle donne, qualcuno mettesse attenzione e facesse qualcosa di concreto nel settore delle politiche del lavoro.
Fare qualcosa di concreto significa questo per me:
- parità nei salari tra uomini e donne
- misure di conciliazione tra lavoro e famiglia ( orari flessibili, part time, lavoro da casa, lavoro per obiettivi, che il timbrare il cartellino, si Sto arrivando!, in Italia siamo campioni di timbratura mentre si fa la spesa)
- parità di trattamento durante la maternità/paternità ( obbligo per i padri di prendere tempo da dedicare al nuovo nato) 
- vigilanza continua in tutte quelle situazioni in cui una donna viene licenziata perché rimane incinta ( qualche giorno fa uscivano i dati sulle donne che " si dimettono" dal lavoro)
Insomma, dei sindacati presenti, che funzionano, che vigilano, che denunciano, darebbero un grande aiuto alle donne in termini di prevenzione delle prevaricazioni.
Poi ci sono le politiche sociali:
- prevedere un sostegno economico per le donne sole con figli ( si, c'è già, si, quante lo prendono? Quanti salti mortali per prenderlo?)
- prevedere affitti agevolati per le donne sole con figli ( si, il 50% in meno, si)
- rendere realtà gli asili nido condominiali e aziendali, aprire o rinforzare le strutture pubbliche esistenti perché siano aperte fino a sera tardi ( non che sia la notizia sul giornale il fatto che in qualche simpatica cittadina del nord italia ci sia l'asilo privato aperto fino alla notte per permettere ai genitori di andarsi a svagare il sabato sera, no, non così, ma aperti, tutti, sempre, pubblici!)
A me sembrano azioni di buon senso, alcune, piccole, possibili. Mi ricordano le poche, piccole cose che facevamo quando lavoravo in cooperativa, tipo dare appuntamenti alle persone dopo le sei di sera, quando i genitori ( i padri specialmente) rientravano dal lavoro e potevano venire a parlare con noi dei loro figli. Quegli stessi padri che il servizio sociale del comune definiva "padri assenti" erano uomini che uscivano presto di casa la mattina per andare a lavorare e che non rientravano prima di una determinata ora della sera, e non riuscivano ( a meno che non prendessero un giorno di ferie - non chiediamoci quanti avessero diritto alle ferie) ad essere presenti ai colloqui con gli assistenti sociali che di norma si svolgevano di mattina o nel primo pomeriggio. 
Noi cooperatori sociali, pagati male e in ritardo, ci potevamo permettere piccole azioni di buon senso e li accoglievamo all'ora di cena, o anche più tardi, solo per ascoltarli, per affrontare problemi e trovare soluzioni.


Si tratta di questo, piccole azioni di buon senso

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