Souvenir delle Andamane



Per me il primo ricordo delle Andamane parla di un traghetto che ci voleva coraggio a definire tale, su cui ho fatto un viaggio lungo bene 9 ore per arrivare a Little Andaman l'isola più a sud dell'arcipelago.
La tappa obbligata per chiunque voglia andare alle Andamane è Port Blair, una specie di capitale della regione. Centro di smistamento di tutti i traghetti che accompagnano nelle altre isole. 
Poco accogliente Port Blair, calda, sporca, brutta, soprattutto nella zona vicina al porto. Abitata da tanti che vedono nel turista il classico pollo da spennare, rendendogli la vita difficile dall'inizio alla fine della permanenza.
Loro ci sono abituati alla vita difficile, sono abituati a rimandare i viaggi perché i biglietti per dovunque finiscono immediatamente, perché i traghetti partono ogni due o tre giorni, perché gli orari cambiano con il cambiare del vento, perché dopo le estenuanti file doppie ( una per gli uomini e una per le donne, così evitiamo le molestie), il bigliettaio ha il potere di dire:"A te si, lo vendo il biglietto...a te invece no...torna a casa."
Il turista non ce la fa proprio, ha i giorni contati ed è disorientato da tanta flemma e disorganizzazione. Il turista chiede e per avere paga. Paga per essere ulteriormente preso in giro, i prezzi di tutto lievitano, le attese sono estenuanti, a volte non riesce immediatamente a raggiungere l'obiettivo, ma intanto ha pagato e quindi aspetta.
No, noi no. Siamo giusto giusto in due! Un uomo e una donna! Ci siamo messi nella doppia fila di mattina presto, per prendere il traghetto che sarebbe partito intorno alle 9. Chi arriva prima fa il biglietto. 

"Ce l'ho! Ce l'ho!" L'abbiamo preso!
Il biglietto per Little Andaman per una bagnarola che parte nei dieci minuti successivi, via di corsa al molo!
Ci sistemiamo sul ponte della bagnarola, c'è odore di cherosene indiano... Una sciccheria! Sono quasi tutti indiani i nostri compagni di viaggio, gli altri, i turisti "normali" si sono accapigliati per i biglietti con destinazione Neil, la più vicina, la più turistica, quella con le spiagge numerate, o denominate secondo il fenomeno che le caratterizza... Sunset, Sunrise...

Poi arriva lui, decisamente bianco caucasico, maschio, sopra la cinquantina. È vestito di nero, completamente pelato, linee profonde a segnargli il viso., uno zaino che sembra molto pesante,da cui ad un certo punto tira fuori un amaca, la stende e la lega a due pali che non sembra reggeranno a lungo. Ci sale sopra, si accomoda, poi prende un libro dallo zaino e si mette a leggere...
Ecco il mio secondo ricordo delle Andamane, un uomo su un amaca che legge "Leggere Lolita A Teheran" , per quasi nove ore. 
Fa, come noi una pausa all'ora di pranzo, ci trasferiamo tutti giù, nel caldo della stiva, in una sala con dei lunghi tavoli di legno provato dalla lunga permanenza vicino al mare. Da un lato della sala c'è un altro lungo tavolo pieno di pentoloni, dietro ogni pentolone c'è un uomo, tutti indossano un grembiule pieno di macchie, uno solo ha un cappello da chef e sta vicino al pentolone più grande. 

Ecco il terzo ricordo, uno dei pasti migliori della mia vita, pesce, riso, verdure e ancora pesce, ne voglio ancora, ancora, e i mestoli affondano nei pentoloni e versano, emanando profumi che hanno del miracoloso, il tutto ad un prezzo ridicolo, meno di un caffè in Italia.
Quando il viaggio comincia ad essere stancante arriviamo in quest'isola martoriata da uno tsunami dieci anni prima. Un Soffio, una schicchera, un capriccio di chissà quale divinità che ha spazzato tutto via. 

La vita è un soffio.

Quando troviamo chi ci porterà nel posto in cui alloggiamo sta scendendo la sera. La nostra destinazione é un cortile di terra e sporcizia con delle casupole di legno e lamiera. Qualche metro più in là una selva di palme rigogliosissime, sabbia bianca infinita e mare che ride. Arrivati! Casa! Dall'altra parte del mondo! Caldo! Poca luce, poca gente, tutto iper spartano, tutto bello...

"E cce cazz... Quand'gli hai dat...?"
Dall'altra parte del mondo, appunto... i due appena scesi da un tuK tuK davanti all'entrata del "nostro" posto discutono in perfetto dialetto pugliese....
France' si chiamano tra loro, tutti e due,  come me. 
Quando nella energica discussione accompagnata dal rumore di zaini che toccano terra, rumore di TuKTuK che riparte, rumore di passi che, incontrovertibilmente vengono verso il "nostro" posto appare una pausa, mi inserisco:" Buonasera..." 
La loro reazione emotiva è la stessa disgustata sensazione che ho avuto io....Beccati, dall'altra parte del mondo da una che ha capito ogni parola di quello che dicevano. 

Il quarto ricordo: Francè, si chiamano, reciprocamente...tutti e due, come me, amici da una vita, viaggiatori quasi di professione, baresi, manca il terzo...sta a NY, il terzo Francesco, il terzo fratello. Mi accorgo che la terza sarò io, nel tempo che ci aspetta insieme, la terza sorella.

l nostro ospite é un ex libraio musulmano di Calcutta, che ha mollato tutto per tirare su quelle sei baracchette davanti al mare. È spesso su di giri, vuoi per l'uso massiccio di droghe che per l'alcool che divide ( dietro lauta ricompensa) con i suoi ospiti. Se glielo chiediamo un paio di ore prima lui cucina per tutti, ma quella sera é già abbastanza tardi e allora ci propone di accompagnarlo ad una festa in un tempio indù lì vicino. Si, lui non è induista, ma sono amici, è come andare ad una festa in casa di amici.
Altro ricordo, ci muoviamo a piedi sull'unica strada asfaltata dell'isola, illuminati dal pallore della luna, fino a quando in lontananza un cortile decorato di lucine colorate, ecco il tempi, ecco la festa, e noi, siamo gli ospiti d'onore.  



Noi siamo diventati immediatamente una sgangherata compagnia, composta dai miei fratelli di nome, il mio compagno, una giovane informatica russa, e lui...l'uomo dell'amaca sul traghetto, che scopriamo chiamarsi Cyrus ed essere un grafico newyorkese.
Mangiamo seduti a terra del cibo preparato con amore e servito su foglie di banano. Io e la russa siamo le uniche donne accolte a quella mensa, le altre, quelle che hanno preparato, sono dentro il tempio e cantano, a volte si affacciano ad osservarci.
È il primo giorno e il mio cuore è già gonfio.
Il mio sonno verrà protetto da una zanzariera potentissima e il mare mi canterà la ninna nanna.


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